Articolo per Alta Carnia

 
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Un libro per Erwin Maier, anche grazie agli amici del CAI

Già nel passato le pagine di questo “giornalino” ospitarono qualche mia riflessione, ma oggi, attraverso di esse mi é concesso di spendere parole più circostanziate sul frutto dei miei contatti con gli amici del CAI.
Interessandomi - da profana e cittadina - all’universo montano, alcuni anni fa cominciai a frequentare delle persone che abitano nell’Alta Carnia. La ragione era che mi apprestavo a scrivere un libro su un ragazzo dei loro: Erwin Maier; le cui vicende malauguratamente non le conobbi che dopo il suo decesso, ma lo stesso decisi di indagare su di lui. La curiosità ha fatto il resto: così cominciai a telefonare a destra e manca, ad intervistare persone piuttosto riluttanti, a riempire cassette di registrazioni e blocchi di appunti con le testimonianze di chi aveva conosciuto Erwin. E mi sono aggregata alle escursioni del CAI, per catturare spunti, verità, su quell’universo che volevo raccontare.
Certo, per voi carnici, questo esercizio può parere superfluo o sciocco, perché certe informazioni le avete nel DNA, per me invece erano nuove e muovevano il mio interesse. Malgrado questo deficit iniziale, cioè di scrivere la storia di un carnico pur non appartenendo alla sua realtà, ad appoggiare questo mio proposito piuttosto insolito, ci furono delle persone del CAI che non domandarono troppe ragioni del mio tentativo – finché non si realizza resta tale - ma che mi aiutarono enormemente nel procurarmi la documentazione e i contatti di cui necessitavo: Giuseppe Selenati, Sergio De Infanti, Tiziano Scarsini, Aldo Larice; senza di loro, e senza il consenso della famiglia Maier, non sarei andata avanti nel mio intento. E alla fine ho concluso il compito che mi ero proposta inizialmente: far restare nella memoria di tanti la storia di Erwin, perché i ragazzi come lui non devono essere dimenticati.
Erwin, tanti di voi lo conoscevano personalmente e sanno com’era, perciò non mi dilungo qui. Quello che invece troverete nel libro, é il suo percorso sportivo, ricostruito quale é veramente stato. Ma chi lo frequentava, ha apprezzato anche il suo altruismo, la sua allegria, la sua grande ambizione a migliorarsi senza però perdere di vista i veri valori. Per restituire questa figura completa che lui rappresentava, ho compiuto un esercizio virtuale ed ho cercato di seguirlo nei suoi pensieri, di immaginare cosa lo portava ad essere così. Perciò mi si perdoni il fatto che abbia sviluppato il libro in versione romanzata (inserendo anche episodi secondari inventati), ma era per rendere più completa e scorrevole la lettura. Comunque, tutto quello che sono riuscita a procurarmi sul nostro amico, é restituito dal libro. E leggendolo scoprirete tanti episodi divertenti o come si sono svolte realmente le sue avventure.
In definitiva, se ho potuto ricostruire la storia di Erwin e della sua terra, tributandogli il dovuto merito, facendo sì che essa rimanga più a lungo nel ricordo di tanta gente, é soprattutto grazie ai suoi amici che mi hanno raccontato di lui, e ai suoi compagni del CAI di Ravascletto. Essi mi hanno supportata in tutti i passi, cogliendo l’importanza di soffermarsi su questo ragazzo, il quale, oltre alle azioni pubbliche che l’hanno reso noto, si distingueva anche per altre sensibilità: quelle che fanno denominare gli uomini tali.

Il libro verrà presentato a Sutrio durante l’esposizione dei presepi, il pomeriggio del 29-12-2006, e potrete anche acquistarlo lì. Non mancherà il supporto del Cai di Ravascletto che darà una mano nell’organizzare l’evento e che ancora ringrazio.
Potete trovare informazioni sul libro visitando il sito dell’editore: www.cdavivalda.it (cliccare fuorilinea vari, e quindi il titolo).

Margherita Villa